L’opposto dell’Azimut si racconta: «Enorme potenziale ancora inespresso»
Opposto dell’Azimut Giorgione o frazione dell’agordino? In ogni caso si sale in alto e la risposta è sempre Andrich. Erica Andrich, atleta di 1 metro e 85 cm in forza alle campionesse d’inverno della serie B1, porta un cognome che localizza un’origine. Prima di quattro figli, tre pallavoliste e un calciatore, proviene dai dintorni di Andrich, frazione di Vallada Agordina. «A ritroso arrivo alle origini di nonno Gianfranco che a settembre farà gli 88, nato nel 1936 proprio ad Andrich – conferma l’opposto che fra una decina di giorni spegnerà le 26 candeline -. I miei genitori si sono poi stabiliti un chilometro sotto, a Celat, ma lì ci conosciamo tutti, apparteniamo alla medesima vallata».
Dai 1130 metri di Andrich alla pianura di Castelfranco Veneto: la scommessa per la biondissima Erica le sta valendo un campionato da sogno. Prima in classifica al giro di boa e Final Four di Coppa Italia in tasca: «Non potevo chiedere di meglio da questa stagione. Durante l’estate ho rinunciato ad un ingaggio in A2 per andarmela a conquistare sul campo. All’inizio è stata dura perché da quest’anno gioco da opposto e non più da schiacciatrice. L’inversione si è rivelata più impegnativa del previsto perché a muro e in difesa cambiano totalmente le coordinate. In più, non ricevendo, giochi meno palloni». E così, a testa bassa, l’atleta che ha giocato anche in NCAA con la Denver University dove si è laureata in marketing e comunicazione, si è messa al lavoro imparando ex novo tecniche e segreti del nuovo ruolo: «Ho sempre dato il massimo ma mi rendo di aver girato ad un terzo delle mie potenzialità. Ora le cose vanno meglio, non vedo l’ora di incrementare il mio apporto».
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Come nella passata stagione, il rendimento di Andrich è andato via via crescendo risultando in un’occasione la migliore in campo. «Non possiamo che dirci soddisfatte del girone d’andata. Eppure, la sensazione è di avere portato a casa soltanto una sufficienza. Siamo prime, è vero e va bene così, ma a mio avviso questo gruppo può dare molto di più. Il girone di ritorno e le finali di Coppa saranno due banchi di prova estremamente stimolanti sia a livello personale che di squadra. C’è un enorme potenziale ancora da esprimere».
Prima di ritorno in programma a Sondrio sabato 10 febbraio, giorno del suo ventiseiesimo compleanno. In attesa di conoscere la sede della Final Four di Coppa, in programma nel fine settimana di Pasqua.
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